Settembre e il primo giorno di scuola
Settembre è il mese dei nuovi inizi, ma anche degli inserimenti e dell’inizio di un nuovo ciclo scolastico.
Abbiamo pensato di dare il nostro contributo per aiutarvi ad accompagnarvi serenamente nell’inserimento.
Tanto atteso e allo stesso tempo temuto il primo giorno di scuola è come un rito di passaggio per tutta la famiglia.
Spesso è uno dei ricordi che conserviamo anche una volta adulti, quando sono passati anni (e anni 😜).
Ve lo ricordate il vostro primo giorno? Io ricordo il mio primo giorno della prima elemetare (all’epoca si chiamava così, ora sarebba la prima della scuola primaria): nella sezione i banchi erano disposti a ferro di cavallo, ogni bambino al suo posto.
Nella classe ricordo che erano presenti anche i genitori, probabilmente non entrambi per tutti, ma a me sembrava che l’aula fosse molto piena di adulti in piedi intorno a me. Non ricordo le maestre, nè chi ci fosse dei miei genitori. C’erano bambini che conoscevo già dalla scuola materna (l’infanzia di adesso) e mi guardavo intorno, cercando di capire quali dei bambini con cui mi trovavo in classe già conoscessi.
Sentivo quell’emozione da “prima volta” dentro di me quell’eccitazione, mista ad ansia nel dover affrontare con le mie sole forze qualcosa di nuovo. Non ricordo come sia proseguita la giornata, ho solo questa immagine e collegata questa emozione.
Per voi come è stato il primo giorno? Cosa vi ricordate?
Il primo giorno di scuola per i bimbi
Dopo aver fatto un salto nel nostro passato ora sarà più facile riuscire a sintonizzarsi e comprendere le emozioni che vivono i bimbi in quel giorno e nei giorni successivi.
Partiamo dalle aspettative dei bimbi: cosa sanno i bimbi della scuola? Se è la prima volta che ci mettono piede e non hanno fratelli o sorelle più grandi, sanno solo ciò i genitori e in generale gli adulti hanno raccontato loro e su questi racconti si creano le loro fantasie.
Inizieranno poi a confrontarsi con alcuni aspetti che appartengono ad un contesto più allargato di quello della propria famiglia, dove anche le relazioni affettive sono costruite su richieste differenti. Fin dal primo giorno di scuola dovranno fare i conti con:
- la separazione dal proprio adulto di riferimento per entrare in un luogo nuovo.
- la presenza di una routine nuova e le sue regole.
- i pari con i quali si trovano a condividere spazi e giochi e possono trasformarsi in alleati e amici o al contrario in avversari e prevaricatori.
- le insegnanti, nuovi adulti di riferimento presenza che sostiene il bimbo nel suo percorso di crescita e garantisce e predispone un ambiente sereno in cui poter crescere e accrescere autonomia e competenze.
Quante novità! Come possono affrontare i bimbi tutti questi cambiamenti?
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Come reagiscono i bimbi dopo il primo giorno di scuola
La reazione di fronte a tutte queste novità può essere diversa in base ad alcune variabili. Per esempio le sue caratteristiche individuali (il grado di timidezza, insicurezza, socialità, impulsività, testardaggine, adattabilità, emotività). Un altro aspetto di cui tenere conto è il comportamento degli adulti che lo accompagnano in questo percorso, ossia genitori e insegnanti, sia nei suoi confronti, che tra loro, nella creazione di un’alleanze educativa.
Infine quali esperienze ha già superato che possono aiutarlo ad affrontare questo importante passaggio. Per esempio è abituato a relazionarsi con i suoi pari? Ha relazioni significative con altri adulti, oltre ai genitori? È abituato alla presenza di regole, ancora meglio se coincidono con quelle della scuola scelta? Quale grado di autonomia ha raggiunto (ad esempio nel mangiare, dormire, igiene personale)?
Ciò che spesso accade è la presenza di regressioni nei primi mesi di ambientamento. Sapete cosa sono le regressioni nello sviluppo?
Sono dei comportamenti appartenenti a fasi evolutive precedenti. Per cui ad esempio dopo i primi giorni di scuola un bambino potrebbe dimostrarsi più richiedente di attenzione tramite il pianto, avere un linguaggio da bambino più piccolo. Oppure potrebbe arrivare ad avere diversi risvegli notturni o tornare a fare pipì nel letto a spannolinamento già superato.
Altri comportamenti che potrebbero essere osservabili nei bimbi sono pianti più o meno inconsolabili quando si devono separare dai genitori e/o totale disinteresse nel momento in cui si va riprenderli a scuola.
Queste sono alcune delle reazioni che possono essere osservate nei bimbi.
Anche i genitori non sono immuni
I genitori e l’inserimento
Per ogni genitore il primo giorno di scuola del proprio bimbo rappresenta un momento in cui si provano emozioni ambivalenti. Da una parte si delega la cura a qualcun altro, liberandosi di responsabilità e incastri organizzativi e di ricerca di attività per intrattenere il pargolo.
La scuola non è però vista solo come un “parcheggio” per i propri figli, al contrario il genitore riconosce l’insegnante come autore di un progetto educativo e formativo. I genitori sono elettrizzati all’idea che il bimbo imparerà andando a scuola e questo lo aiuterà a crescere.
Dall’altra parte delegare significa non potersi più prendere cura in prima persona dei bisogni del proprio figlio e nascono delle paure anche nel genitore: chi sarà ora a prendersi cura di lui? La maestra sarà capace di comprendere i suoi bisogni? Saprà proteggerlo?
Oltre a questi timori, ci sono quelli legati allo sguardo degli altri su di sè e sul proprio bimbo. Le paure del giudizio degli altri genitori e in particolare delle insegnanti su come si è cresciuto il proprio figlio, su di sè come madre e come padre.
Tutti questi pensieri possono comportare un senso di vergogna e poi di rabbia, verso il bimbo o le maestre o se stessi, che non permette di accogliere i bisogni che il bambino sta comunicando in quel momento.
Il ruolo di insegnanti e educatori/educatrici nei primi giorni di scuola
Il ruolo di educatrici/educatori e insegnanti è fondamentale, soprattutto durante il nido e la scuola dell’infanzia. In genere sono i primi adulti che il bimbo incontra fuori dal contesto sociale e soprattutto con un ruolo sociale definito.
Per le famiglie che incontrano rappresentano il primo incontro e confronto con le istituzioni scolastiche, cioè di quella parte di sovrastruttura che è stata costruita per educare e insegnare ai bambini la cultura del paese cui appartengono e i valori sui quali si è costruita e fondata, compresi quelli educativi.
Faccio un esempio su cui tutti (spero) possiamo essere d’accordo: uno dei valori su cui si fondala nostra società è la condivisione (di oggetti, di spazio e delle regole che ne definiscono i confini).
Ci sono bimbi che quando iniziano a frequentare la scuola non hanno mai avuto a che fare con la condivisione con i propri pari, per cui impareranno dal primo giorno di scuola a farlo. Non hanno magari mai dovuto contendersi un gioco non sanno di dover chiedere “per favore”, senza mettere in atto un agito (Es: strappare il gioco dalle mani).
Sarà compito delle e degli insegnanti mettere aiutare il bimbo e allo stesso tempo condividere con i genitori ciò che avviene a scuola e quali possono essere le modalità migliori per aiutarlo ad adattarsi al contesto nuovo.
Sto parlando della “alleanza educativa” in cui i massimi esperti del bambino (i genitori) incontrano professionisti e professioniste (educatrici e insegnanti) per condividere le strategie per arrivare a quello che è un obiettivo comune: permettere al bambino di crescere con gli strumenti più idonei per vivere all’interno di quella determinata società.
Tre atteggiamenti per affrontare al meglio l’inserimento
Da genitori cosa possiamo fare per aiutare i nostri figli nell’inserimento?
Sono tre gli atteggiamenti che permetteranno a tuo figlio di separarsi e inserirsi al meglio nel contesto del nido:
- Ascolto
- Contenimento
- Fiducia
Queste sono le tre chiavi per un inserimento di successo.
Proviamo a concretizzarle:
1. Ascolto e accoglienza
L’inserimento a scuola è un’esperienza nuova, sia per i genitori che per i bambini, ricca di emozioni delle quali noi adulti dobbiamo saperci mettere in ascolto, sia delle nostre che di quelle dei nostri figli.
Quando è il momento di lasciare il piccolo nuovo scolaro, l’adulto deve essere in grado di ascoltare e accogliere il pianto espressione di rabbia e di tristezza. Sono emozioni che è normale che il bimbo provi perchè il distacco da una persona che si ama è sempre un po’ doloroso, lo è per noi, figuriamoci per un bimbo così piccolo.
Aiutiamolo a dare un nome a queste emozioni, visto è troppo piccolo per capire cosa sta succedendo: “So che sei arrabbiato e triste perchè non vorresti che mamma/papà andasse via, ma torno a prenderti”.
Può essere utile condividere anche le proprie emozioni:, laddove si è capaci di mettersi in ascolto “Anche io sono triste di dovermi separare da te”.
Sarebbe meglio non usare espressioni che possano limitare la libera espressione delle emozioni del bimbo come ad esempio: “Non piangere che sei grande” “Non piangere, perchè i maschi non piangono” “Perchè piangi? Guarda gli altri bimbi, mica fanno come te” (i paragoni non andrebbero mai fatti, soprattutto se servono a sottolineare quanto sia sbagliato il comportamento del bambino).
L’ascolto va anche dato alle/agli insegnanti: affidatevi e lasciatevi guidare nel momento della separazione.
2. Contenimento
Con contenimento si intende la capacità di riuscire a gestire le emozioni riuscendo a contenerle, ovvero fare in modo di assumere su di sè quelle emozioni che per il bambino rischierebbero di “mandarlo in pezzi”.
Traducendolo in azioni concrete significa in particolare curare il momento della separazione:
-Evitate di scappare di soppiatto senza salutare e vi veda andare via.
-Evitate che il momento dei saluti si prolunghi troppo a lungo: una volta salutato il bambino con un bell’abbraccio, un sorriso e un bacio, andate via.
Il saluto è infatti un segnale che permette al bambino di comprendere meglio cosa sta succedendo e cosa succederà.
Quando poi andate a riprenderlo ponete delle domande su come sia andata a scuola: “Hai giocato? Con chi? A cosa?”, “Ti sei divertito?”, “Le maestre ti hanno fatto fare dei disegni?”, “Vicino a chi eri a tavola?”. Fate domande il più possibile concrete e che lo invitino a riflettere anche su come si sia sentito.
Evitate la classica domanda: “Com’è andata? Che hai fatto?” che inevitabilmente comporta l’immancabile risposta: “Niente.”.
3. Abbiate fiducia
Abbiate fiducia nelle sue capacità di riuscire ad ambientarsi al meglio.
Abbiate fiducia nelle vostre capacità di aver cresciuto un bimbo capace di adattarsi in un nuovo contesto.
Abbiate fiducia nelle/negli insegnanti cui affiderete vostro figlio/a
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