Partiamo dal principio…
L’autonomia del sonno nel bambino
Partiamo da una domanda: Come vorremmo che il nostro bambino dormisse? Se pensiamo di poter INSEGNARE al nostro bimbo come dormire (ad esempio che si addormenti da solo alle 21 nel proprio lettino), ecco questo non è possibile.
L’autonomia è una capacità che il bambino ha innata, proprio come un qualsiasi mammifero, anche il nostro bimbo è chiamato naturalmente, fisiologicamente a sviluppare le proprie competenze.
Una di queste è proprio la capacità di addormentarsi da solo e riaddormentarsi da solo nel momento in cui si sveglia. Proprio come quando impara a camminare, quello che possiamo fare come genitori è essere e creare l’ambiente favorevole perchè il neonato prima e il bambino poi, possa sviluppare questa competenza, un passo per volta. Dobbiamo essere la sua casa, la sua base sicura in cui sentirsi libero di sperimentare ed esplorare.
Tutto parte come per ogni competenza da una simbiosi: il neonato ha bisogno del contatto con la sua mamma in primis e con il suo papà. Sono loro l’ambiente che conosce e riconosce come parte della sua vita ancora prima di nascere. Se pertanto il vostro bimbo non si addormenta fin da subito nella culletta, o si risveglia appena lo mettete giù, lo stacchi dal tuo corpo, non ti preoccupate, è tutto nella norma! Ci vorrà un pochino di tempo prima che si senta al sicuro anche al di fuori delle braccia, dell’odore, del battito del cuore della sua mamma e del suo papà. Per qualcuno di più, per qualcuno meno!
Come funziona il sonno dei bambini?
Per i Primi tre mesi di vita infatti il bambino tende a dormire per brevi momenti di un’ora, un’ora e mezza, intervallati da brevi momenti di veglia, che col tempo tenderanno ad allungarsi con la crescita del bambino.
Non abbiate paura di accontentare il bambino nelle sue richieste perchè non esistono “vizi” in questi primi mesi, il bimbo non è ancora pronto alla frustrazione, vive ancora nell’illusione di essere nella pancia della mamma e mamma e papà lo devono cullare in questo adattamento progressivo alla vita all’esterno.
Ha bisogno il bambino per abbandonarsi al sonno:
- Di contatto con la mamma e/o il papà per addormentarsi e sentirsi al sicuro, per sentirsi a casa. L’abbraccio di mamma e papà infatti lo fa sentire contenuto, proprio come quando era nella pancia di mamma. Se siete stanchi, potete ricorrere a fasce o marsupi.
- Di essere cullato, proprio come avveniva nella pancia della mamma quando lei si muoveva.
Con il tempo poi Il sonno del neonato, CAMBIA:
Tra i 3 e i 4 mesi circa si può gradualmente iniziare il cammino verso l’autonomia nell’addormentamento.
Per aiutarlo possiamo iniziare ad introdurre una routine nel sonno, che può essere un bagnetto, provare a metterlo nella sua culletta da sveglio, una storia, una ninna nanna e provare a cullarlo per farlo addormentare.
Se invece il vostro bambino aveva per vostra fortuna già preso un suo ritmo del sonno, ti lasciava dormire senza svegliarsi ad intervalli di ogni ora, può essere che intorno al terzo quarto mese il suo sonno inizi a cambiare… in peggio! Il motivo è legato alle regressioni del sonno.
Le regressioni del sonno del bambino
Il sonno dei bambini subisce infatti delle regressioni, cioè sembrava avesse acquisito delle regolarità e una continuità, ma all’improvviso il vostro bimbo ha risvegli continui e diventa difficile farlo addormentare e riaddormentare.
Questi momenti sono definiti regressioni del sonno e compaiono tendenzialmente in momenti specifici e quindi intorno ai:
- 4 mesi
- 8-10 mesi
- 12 mesi
- 18 mesi
- 24 mesi
Perchè compaiono?
In queste tappe specifiche il bambino affronta durante il giorno degli importanti cambiamenti legati allo sviluppo motorio, emotivo, cognitivo. Affrontare un cambiamento può essere faticoso, per noi adulti, figuriamoci per bimbi così piccoli che hanno bisogno della loro mamma e del loro papà per comprendere loro stessi e il mondo.
Quanto possono durare?
La durata può variare da 3 giorni a 6 settimane.
Cosa può aiutare a superarle?
- Una routine consolidata rende più semplice riuscire a fare rientrare la regressione, proprio perchè già la routine è contenitiva di suo.
- Più velocemente mamma e papà si mettono in ascolto dei bisogni del loro bimbo dietro la regressione, più velocemente verranno soddisfatti e il sonno di tutta la famiglia potrà tornare ad essere tranquillo.
- Rassicurate il bimbo durante i momenti critici, incoraggiatelo, ma siate fermi sul fatto che sia il momento di dormire: “Ti voglio bene, sono qui, ma ora è il momento di dormire”.
- Ricordate di non prenderla sul personale: il bambino non lo fa apposta, anzi, proprio come voi è stanco e sfinito dalla mancanza di sonno.Q< uesti sono momenti in cui la pazienza può essere messa a dura prova, la causa non è solo la stanchezza. Mamma e papà sono chiamati ad essere contenitori delle emozioni del loro bimbo, ma il rischio che ad un certo punto le brocche sbrocchino è alto. Per questo motivo è importante che i genitori riescano ad alternarsi e si concedano dei momenti di riposo per recuperare le energie.
Proviamo ora a capire che cosa succede in queste tappe dello sviluppo del bambino di così importante da fargli (e farti) perdere il sonno.
Perchè compaiono le regressioni del sonno del bambino
Come abbiamo visto, il sonno dei bambini subisce delle regressioni, cioè sembrava avesse acquisito delle regolarità e una continuità nel sonno. Ma all’improvviso il vostro bimbo ha risvegli continui e diventa difficile farlo addormentare e riaddormentare.
In queste tappe specifiche il bambino affronta nei momenti di veglia delle importanti progressioni legate allo sviluppo motorio, emotivo, cognitivo e relazionale. Affrontare un cambiamento può essere faticoso, per noi adulti, figuriamoci per bimbi così piccoli che hanno bisogno della loro mamma e del loro papà per comprendere loro stessi e il mondo.
Come abbiamo visto compaiono tendenzialmente in momenti specifici, ma quali cambiamenti affrontano i bimbi che portano a queste regressioni?
Quattro mesi
il bambino finisce L’esogestazione, il primo adattamento all’ambiente più vicino, quello con cui è chiamato in principio ad adattarsi, quindi la relazione con l’ambiente “umano”. Nel primo trimestre è come se avesse affinato le proprie competenze per riuscire nei mesi successivi ad interessarsi e interagire con tutti gli stimoli che appartengono all’ambiente altro: a livello motorio inizia la manipolazione e l’affinarsi di questa capacità che gli permette di afferrare gli oggetti. A livello emotivo, relazionale, sensoriale aumenta il suo interesse verso il mondo esterno: l’allattamento viene interrotto per la curiosità verso suoni, voci e luci. Questa curiosità porta con sè la richiesta di maggiore regolazione, ovvero della capacità di aprirsi e chiudersi alla relazione con l’ambiente e con le persone per cui sarà necessario un maggiore intervento di contenimento da parte degli adulti.
Otto – Dieci mesi
Questo periodo è un altro momento cruciale nello sviluppo dei bimbi. A livello motorio intorno a questo periodo che diventano infatti capaci di spostarsi in autonomia, almeno all’interno delle proprie case. Da un punto di vista relazionale impara che può decidere in autonomia di allontanarsi o avvicinarsi alle persone che lui ama. Allo stesso tempo comprende che queste persone possono fare lo stesso con lui. Per quanto riguarda lo sviluppo emotivo compare quella che gli psicologi chiamano l’Angoscia dell’estraneo: la paura di persone a lui meno familiari, associata al bisogno di vedere le persone per lui importanti. Diventa difficile andare al bagno senza bambino per esempio.
Dodici mesi
A livello motorio il bimbo conquista la posizione eretta e comincia a sviluppare il cammino. Di conseguenza la sua visione del mondo si modifica e con le distanze che aumentano inizia a fare la sua comparsa il linguaggio.
Diciotto mesi
Il bambino impara a camminare in autonomia. Fa la sua comparsa il pensiero simbolico che si rispecchia sul gioco del “come se” e la conquista del linguaggio. Inizia quindi ad interagire di più non solo con gli adulti, ma anche con gli altri bambini, e ad ampliare le sue modalità relazionali.
Ventiquattro mesi
A livello motorio i bimbi si sperimentano nella corsa, mentre mamma e papà nelle urla (“Fermati” “Piano” “Non correre”)!! Scappano, si nascondono. Un’altra tappa fondamentale in questi anni i cosiddetti “Terribili 2” è la consapevolezza dell’Io e del No: a partire da ciò eccoti ad affrontare la prima adolescenza. In questa fase il bambino sente il bisogno di essere riconosciuto come “altro”, di decidere per sè, allo stesso tempo di essere rassicurato dell’Amore dei genitori.
Mamma e Papà Uniti!
Questo percorso di accompagnamento del bambino nello sviluppo della sua autonomia nel sonno è importante che veda coinvolti sia la mamma che il papà.
I primi mesi dopo la nascita di un bimbo sono un momento di nuovi equilibri e della creazione di nuovi legami:
- Per i papà è il momento in cui possono finalmente prendere il figlio tra le braccia e costruire la loro relazione padre-figlio.
- Per le mamme è il momento di dire addio alla relazione con il bimbo nella pancia, per costruire quella con il bimbo che ora stringono tra le braccia.
- Per i papà e le mamme è il momento di unire le forze, le intenzioni con lo scopo di offrire al proprio figlio tutte le risorse necessarie alla crescita.
Può capitare che qualcosa vada storto in questi processi:
- I papà possono avere difficoltà nel capire come concretamente esserci, avere timore di non essere in grado, fare più fatica a sentirsi coinvolti (il meno tempo che hanno a disposizione per stare con il bimbo dato che i giorni di paternità sono pochi e devono tornare al lavoro subito dopo la nascita).
- Le mamme possono avere difficoltà a lasciare il proprio bimbo nelle braccia di qualcun altro, o a chiedere aiuto. Spesso sentono che se sono stanche e hanno bisogno di aiuto è perchè non sono delle brave mamme, per cui si chiudono in loro stesse.
Cosa è importante che succeda:
Per il papà :
- Prendere il suo ruolo di protettore della madre e del bambino.
- Far sentire amata lei, così che possa continuare ad amare il bambino.
- Occuparsi delle questione pratiche della quotidianità (cucinare, spesa, lavori domestici), se non in modo diretto, delegando altri.
Per la mamma:
- Lasciarsi amare
- Lasciare che qualcuno si prenda cura di lei
- Vivere la relazione con il proprio bimbo così come SENTE.
Per la coppia:
- Dialogare su quale può essere il modo più congeniale per voi e il vostro bambino per sopravvivere ai risvegli continui e la mancanza di sonno. Intercambiarsi durante la notte per cui mamma allatta e papà riaddormenta e cambia il pannolino? Papà tornato a casa si prende cura del piccolo se sveglio, mentre mamma si riposa, si fa una doccia? O se il piccolo dorme si dialoga tra adulti, il papà magari fa qualche massaggio alla mamma, la coccola?
- La coppia genitoriale è la chiave per riuscire al meglio nel proprio ruolo, uno per l’altro, siete VOI i responsabili per le scelte di vostro figlio insieme. Non solo mamma e non solo papà. Se fin da subito saprete contare uno sull’altra, sarà più facile nel futuro essere complici, evitare discussioni educative.
Se volete approfondire il come Essere genitori insieme tra i nostri video, potete guardare il nostro evento online dedicato a questo tema.
Questo era l’ultimo post in collaborazione con Olga Pasin, speriamo possano esservi stati di aiuto nel conoscere meglio cosa può o potrebbe succedere al vostro bimbo e nella vostra famiglia.
Raccontaci le tue esperienze sul sonno del vostro bambino! Ti aspettiamo nei commenti!
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